Medjugorje, Lourdes, Pietrelcina: dai Miracoli all'Onnipotenza


I miracoli sono la dimostrazione che esiste "altro" al di là del proprio Io, in cui tutto diventa possibile.  "Altro" che racchiude tutti gli opposti, tutto ciò che è irrazionale e che per tanto coincide col Divino, che la psicologia ha da sempre chiamato Inconscio.

I miracoli, possiamo osservare:
 - non dipendono dalla condotta di chi ne è coinvolto: infatti, molti esempi, mostrano come persone non credenti siano stati miracolati;
- dipendono invece da una Volontà "altra", divina, che all'uomo non è permesso conoscere;
- per tanto il loro scopo non è personale, individualistico, ma bensì universale: ci insegnano che il nostro Io non è tutto e che non bisogna basarci su di esso,  ed è questo che determina la conversione religiosa.

Oggi però assistiamo all'esatto contrario: Medjugorje, Lourdes, Pietrelcina sono diventati luoghi in cui si chiede il miracolo. Ma chiedere il miracolo è una pretesa blasfema contro la Volontà di Dio: infatti, se il miracolo dipendesse dai nostri sforzi, dalla nostra preghiera, ci sostituiremmo a Dio, faremmo cambiare a Dio il Suo volere, che ha così disposto le cose.

Il miracolo diventa un qualcosa di utilitaristico, che anzichè farci staccare dal nostro Ego, lo rafforza sempre di più, fino a farci perdere nella più pericolosa onnipotenza, madre di tante catastrofi psicologiche e storiche. Essa è spesso celata: anche molti comportamenti apparentemente "umili" nascondono onnipotenza, in quanto adottati affinchè gli altri si comportino come noi vorremmo. Ed è la stessa onnipotenza che colpisce la psicologia quando pensa davvero di conoscere l'Uomo riducendo i miracoli a puro effetto psico-somatico.

Un altro aspetto interessante è che si considera "miracolo" solo ciò che accade: una grazia, una guarigione, un'apparizione, etc senza mai considerare un "miracolo" tutto ciò che invece non ci accade ma che potrebbe accaderci: se riuscissimo a vedere ciò a cui quotidianamente siamo esposti e da cui quotidianamente siamo salvati, allora la vita intera diverrebbe miracolosa. 

Inoltre oggi la Chiesa sembra aver messo da parte gli argomenti spirituali per concentrarsi su problematiche sociali. La spiritualità allora viene cercata altrove e molti credenti, in Medjugorje, sembrano aver trovato, in modo deviato, tracce di quella spiritualità che la Chiesa ha accantonato.

D'altronde va ricordato come il Cristo abbia mostrato i miracoli a pochi intimi e la propria sofferenza al mondo intero, non utilizzandoli mai come mezzo per convertire le persone al proprio credo. Da questa premessa possiamo concludere che i credenti, davanti ai miracoli, debbano soltanto rimanere indifferenti: non li riguardano, non parlano della loro fede, ne hanno come obiettivo l'accrescimento della stessa come l'origine della cristianità insegna. La fede, se v'è, dovrebbe basarsi sulla sofferenza del Cristo e sui suoi insegnamenti, e su null'altro.

Infine, possiamo dire, che l'uomo oggi non ha tanto bisogno di riscoprire una spiritualità basata sui miracoli o accadimenti paranormali quanto di riscoprire la propria umanità: ciò significa che l'attenzione non va posta sul credere o non credere al miracolo ma va posta al bisogno, tipicamente umano, che si ha di credere al miracolo. Questo bisogno fa emergere quelle fragilità e quelle paure che, essendo comuni a tutti gli esseri umani, ci possono far riconciliare con gli altri e con noi stessi.

Il Miracolo invece, penetrando nelle pieghe di una cultura materialistica, diviene merce di scambio, dove l'umiltà si manifesta solo come imitazione di atteggiamenti dove l'Anima vaga smarrita alla ricerca di quell'Altrove ormai perduto.... S.C.