Maghi, Veggenti e Cartomanti: i significati smarriti




Abitiamo un mondo scientifico e razionale. La scienza ci dice chi siamo e come siamo, mettendo a tacere tutto ciò che è irrazionale e non afferrabile dai suoi strumenti.

Ma la scienza non si occupa della verità, ma di quella verità che essa stessa ha creato, perché la scienza, dice Hubner, “non è un sapere esatto ma un interpretazione”. L’errore che si è fatto, per dirla con Husserl, è che: “L’uomo dopo aver ideato le scienze naturali ha finito per intendere se stesso a partire da quell’ideazione, cioè dallo schema che s’era fatto per intendere la natura”; abbiamo dimenticato, continua il filosofo, che “la scienza è un ideazione dell’uomo e sarebbe terribile se l’uomo si lasciasse definire da una sola delle sue ideazioni”.

Ma questo “terribile” è già accaduto: conosciamo noi stessi e il mondo non più con i nostri sensi e con le nostre emozioni, ma con quei sensi ed emozioni addomesticate dal sapere univoco scientifico. Da quel momento la notte non parla più al cuore dell'uomo, perché la sua voce si chiama insonnia; l'assordante ricerca di un senso della propria esistenza non è più simbolo di ogni tentativo mancato, ma depressione; gli slanci inceppati verso la vita non sono più eco della nostra limitatezza, ma fobie.

Così tutto quel mondo irrazionale soppiantato dal sapere scientifico è stato messo a tacere. L'uomo allora non parla più col cielo, perché le stelle, gli è stato detto, non parlano. Ed è vero, le stelle non parlano: non parlano quel linguaggio razionale che siamo soliti utilizzare, ma parlano un altro linguaggio, quello delle emozioni, che solo i poeti e gli artisti, ancora non incasellati dalla psicologia, riescono a tradurre.

E visto che non siamo tutti artisti né tutti poeti, gli altri, che non hanno modo di comunicare con quell'irrazionale che li abita e ancora non sono stati plasmati da quell'unico sapere scientifico, non possono far altro che rivolgersi a quelle segrete stanze, separate dal resto del mondo, che sono le stanze dei maghi. Lì quelle emozioni, cancellate dal chiasso diurno, trovano riparo ma anche disperazione: riparo, perché lì si può dar voce a tutto quell'irrazionale taciuto, e disperazione perché in quelle stanze non si scambiano mai significati, ma solo solitudini, le stesse solitudini racchiuse in quella segretezza che sigilla non un patto, ma l'alienazione. E in quella alienazione, la ricerca di un senso altro rispetto a quello egemone della scienza che l'uomo va trovando, viene tradito.

L'uomo va dai maghi non perché debole, ma perché cerca un altro senso alla propria vita rispetto al senso scientifico predominante, cerca quel "mistero" che l'uomo ancora è e che la razionalità tecnica ha messo a tacere. E il paradosso è che si cerca di combattere la “magia” dimostrando che non è “vera”, cioè con gli stessi strumenti “razionali” che le persone, rivolgendosi ai maghi, vogliono fuggire. E in questo corto circuito, è l'Anima a farne le spese,  mentre vaga solitaria alla ricerca di un senso,  smarrito nelle pieghe di tutte le nostre emozioni taciute....S.C.