Eros e Thanatos: Amore e Fine



In ognuno di noi, ci dice la psicologia, vi sono due pulsioni fondamentali: una che ci spinge verso la vita, cioè verso la sessualità e il desiderio e una che invece ci spinge verso la morte, cioè verso l'autodistruzione.
Ecco perché la psicoanalisi ha sempre tenuto insieme Eros e Thanatos, cioè Amore e Morte.

Ma forse c'è anche un altro motivo per cui Amore non può mai essere separato dalla Morte. Perché in realtà incontriamo la Morte in ogni gesto dell'Amore: in quelle carezze scivolate via, in quegli abbracci che vorremmo non finissero mai, in quelle mani che dobbiamo rassegnarci ad abbandonare. Perché in ogni abbraccio cessato, in ogni bacio già dato, vi sono le tracce di tutto ciò che finisce e che conduce alla fine, cioè alla Morte.

E la Morte si svela nella paura che il partner ci lasci, che nasconde in sé una più grande e terrificante paura: quella che il partner ci lasci per davvero, non per sua volontà ma per volontà della Morte che, inesorabilmente, è pronta a separare tutto e tutti. Dietro al timore che il partner ci lasci v'è il timore che il partner ci lasci per sempre, dove quel “per sempre” è eco di quel senso d'infinito che abbiamo sperimentato in quel limitato lasso di tempo in cui ci sono stati concessi tutti i gesti d'Amore: l'Amore cioè non è fatto per essere infinito ma per scoprire l'infinito in quel tempo limitato ad esso concesso. Ed è lì che l'Amore può sopravvivere alla Morte.

Ma anche questa forse è solo un altra illusione dell'Amore: la paura che l'altro ci lasci infatti rispecchia la nostra stessa paura di morire, ci ricorda che siamo mortali e come tali portatori di una tragica solitudine che, paradossalmente, solo con l'Altro possiamo sperimentare.
La morte del nostro Io, della nostra identità avviene infatti in ogni orgasmo, in quell'attimo in cui si perde coscienza e tutti i nostri ragionamenti e la nostre armature crollano senza riparo. La nostra identità incontrando l'Altro naufraga, si confonde, si mescola così tanto con un altro essere da non riuscire più a reperire i propri limiti, da non sapere più chi è per davvero.

E l'Amore allora si svela solo a chi ha il coraggio di portarlo al confine, laddove l'estasi amorosa si incontra con la tragicità della Morte e della solitudine, dove si esperisce un'emozione che mescola in sé gli opposti facendoli incontrare laddove la parola non ha accesso.

E allora la Morte non fa più paura.

Perché la Morte l'abbiamo già incontrata. S.C.