"Avevo una famiglia, un lavoro appagante....e ho distrutto tutto"; "ho rovinato quell'amore che mi dava gioia..."; "ho rotto tutti i ponti con le persone che mi volevano bene".
O ancora: "ho pensieri distruttivi contro le persone amo", "penso spesso a cose contro la mia volontà che mi terrorizzano".
D'un tratto
roviniamo le cose a noi più care. Inconsciamente ci facciamo accorgere
di un tradimento affinchè il partner ci lasci. Attuiamo comportamenti
che vanno contro le cose abbiamo costruito. Veniamo sommersi da pensieri contro la nostra volontà.
Perchè?
Distruggendo il mondo intorno a noi è come se acquisissimo identità, restando gli unici "sopravvissuti". Questo ci determina come un Io
forte, un Io che tramite quell'azione guarda se stesso, si riconosce. Si
crea. Tramite i pensieri contro la nostra volontà ci mettiamo alla prova, ci portiamo oltre i nostri limiti per testare se la nostra identità rimane integra nonostante quell'azione che il pensiero contro la nostra volontà vorrebbe perseguire.
Ma lì lo smacco: distruggendo il nostro mondo, non rimane un
identità stabile, ma solo polvere di ciò che potevamo essere. Perchè
l'identità si crea solo nel rapporto con l'altro, solo in quello scontro
che fa rimanere l'altro in piedi. E' lì che si percepiscono i limiti, e
con i limiti quello che, a fatica, chiamiamo IO.
Se nulla rimane
in piedi dopo la distruzione, l'Io si smarrisce. Perchè solo lì
comprende che esso era costituito proprio da quel mondo che ha
distrutto, dagli altri. E allora non gli resta che deporre le armi,
affinchè nello scontro, non tutto venga distrutto. E ciò che rimane è la sostanza con cui, in ogni risveglio, la vita può ancora parlarci di noi.... SC