Società e disagi nel mondo d'oggi



Viviamo in una società scientifica, ipertecnologica, che ci chiede, per essere riconosciuti, di diventare sempre più produttivi ed efficienti: interessante notare come in questa "società dell'efficienza", come la chiama Eherenberg, si utilizzino per descrivere l'uomo gli stessi aggettivi che si utilizzano per descrivere una macchina, e questo non può non avere delle ripercussioni a livello psicologico.

Il problema infatti è che per rispettare questi modelli di efficienza e produttività non si ha più bisogno del proprio mondo interiore, anzi: più metteremo a tacere la nostra psiche, fatta di emozioni, sentimenti, riflessioni, più saremo produttivi e funzionali: paradossalmente il mondo interiore è diventato un intralcio al buon funzionamento dell'individuo nella società.

Ed è qui che avviene un passaggio importante: infatti, una volta messo a tacere il nostro mondo interiore, non siamo più in grado di riconoscerlo, e non riconoscendolo più in noi non lo possiamo riconoscere neanche negli altri.
A quel punto le persone appariranno come inanimate, prive di una soggettività, mentre il mondo intorno inizierà ad apparirci inquietante.
Ed è questo lo scenario in cui possiamo collocare i disagi del mondo odierno, quali ansie, dipendenze ed attacchi di panico: chi soffre di attacchi di panico infatti ci racconta come il mondo gli appaia d'un tratto terribile, così come le persone dipendenti dal gioco d'azzardo, che fuggono per l'appunto da un mondo percepito come inanimato per rifugiarsi nel mondo luccicante delle slot machine.

L'antidoto a tutto ciò si intravede nella capacità di ristrutturare una propria biografia emotiva: occorre insegnare a conoscere e a ri-conoscere il dizionario delle proprie emozioni e sensazioni, a comprenderne le inclinazioni.
Questo dizionario purtroppo oggi non lo insegna più nessuno, ma è solo grazie ad esso che è possibile sviluppare quella capacità, chiamata empatia, in grado di farci vedere e quindi riconoscere nell'altro i nostri stessi sentimenti e le nostre stesse inclinazioni emotive. S.C.

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