Visita Psicologica agli Insegnanti



Sull’ennesimo spiacevole episodio di maltrattamenti ai danni dei bambini negli asili e nelle scuole, è intervenuto il Garante per l’Infanzia della regione Calabria, Antonio Marziale:

“Occorre sottoporre i docenti a visita psicologica periodica. Ciò non per criminalizzare la categoria, ma per stanare le mele marce che poi scaricano le loro nevrosi sui piccolini”. (Clicca qui per l'intervista completa).

La visita psicologica, in tale contesto, si andrebbe a prefigurare come una sorta di esame "preventivo", in grado cioè di prevedere un eventuale comportamento aggressivo ai danni di minori.
Ciò però significa innescare una sorta di “caccia alle streghe” alla ricerca di "indizi", comportamentali o psicologici, che facciano presupporre la messa in atto di un comportamento violento, dimenticando che gli "indizi" possono solo indicare se una persona è stressata, ansiosa o angosciata, ma questo non autorizza assolutamente ad indicarla come pericolosa! La correlazione stress uguale comportamento violento è assolutamente fuorviante.

“Il compito dello psicologo – prosegue Marziale - è quello di lavorare su ogni tipo di disagio, a trasformarlo in consapevolezza e a trovare la forza di andare oltre, senza dover ricorrere alla violenza fisica o psicologica sugli alunni minori” ( Clicca qui! per l'intervista completa).

Anche qui viene ribadita la correlazione disagio dell'insegnante uguale violenza sui minori, facendo passare l'idea che tutte le persone che vivono un momento di disagio possano essere "potenzialmente" violente, generalizzando un problema che invece non può e non deve essere generalizzato.

Quindi, invece di continuare a puntare il dito sullo stress degli insegnanti, collegato erroneamente alla violenza sugli alunni, perchè non cercare di mettere gli insegnanti nella condizione di fare al meglio il loro lavoro? senza il timore delle reazioni dei genitori, senza il timore di mostrarsi, senza la paura del precariato, senza il sovraffollamento delle aule. 
Questo è il punto: teniamo così tanto al ruolo degli insegnanti che invece di creare per loro un ambiente adeguato, li sottoponiamo ad una visita psicologica.

Il bambino non dovrebbe essere messo al riparo dallo stress dell’insegnante ma, semmai, dalla loro mancanza di passione!
Si è dimenticato infatti che l'insegnamento avviene per via "erotica" come diceva Platone, ovvero il bambino impara perché percepisce la "passione" che ha l'insegnante, e forse è proprio da qui che occorre ripartire: valutare non le "mele marce", non lo stress degli insegnanti, ma il loro grado di entusiasmo, mettendo gli stessi nella condizione di essere ancora "appassionati" all'insegnamento.
Ma questo fa sorgere una domanda che ancora chiede risposta: la passione, davanti al precariato, al sovraffollamento delle aule,  alla messa in discussione del proprio ruolo sia da parte dei genitori che, di conseguenza, da parte degli alunni, può ancora manifestarsi? S.C.