Knockout, Violenze, Omicidi: cosa c'è dietro la follia?



Stiamo assistendo ad un preoccupante incremento di violenza: le strade e le case sono diventate luogo di espressione di gesti talmente assurdi che non possiamo far altro che chiamarli follia.
Ma se andiamo a guardare dietro a questa follia spesso vi troviamo il mito della nostra società, ovvero la libertà. 

Ma come? dietro la follia v'è la libertà? Eh già: viviamo in un mondo che ci ha detto che la cosa più importante è essere liberi, liberi dagli altri, liberi da Dio, liberi dalla natura, senza però avvertirci che tale libertà approda a quell'egoismo estremo in cui tutto diventa possibile.

In questa libertà senza confini, si può andare per strada e prendere a pugni il primo che capita, si può violentare una ragazza perchè non corrisponde il nostro desiderio, e si può persino uccidere. Perchè senza limiti, il nostro Io diventa il punto di riferimento su cui tutto ruota, quel centro del mondo che non permette più di vedere l'Altro come altro-da-noi.

Nel passato invece la libertà dell’individuo è sempre stata limitata o dalla legge di Dio come per Agostino d’Ippona o dal contratto sociale come per Rousseau, o dalla natura stessa come nel romanticismo. Era cioè o Dio o la natura a fornire quei limiti grazie ai quali l'uomo poteva reperire tracce della propria Identità e del proprio cammino: i limiti infatti, che la nostra cultura pare voler togliere seguendo il mito dell'onnipotenza, dell'immortalità e del tutto e subito, sono in realtà essenziali per dare forma alla libertà, per farci prendere cosapevolezza della libertà, come il pesce che non potrà mai capire cos'è l'acqua finchè non ne esce fuori, e fondamentali alla nostra Identità, per costruire tracce di un Io in grado di stare nel mondo e con il mondo.

A partire dalle rivoluzioni settecentesche ad oggi invece la società ha imposto agli individui di ridefinire se stessi, cioè la propria identità individuale, in modo autonomo e senza più limiti, dando così avvio a quelle spregevoli manifestazioni a cui quotidianamente assistiamo.

Riceviamo dunque una doppia informazione: da un lato siamo spinti a superare i nostri limiti, dall'altro veniamo puniti se li superiamo. Così all'uomo di oggi non resta altro che albergare in quella via di mezzo, in compagnia di tutte quelle emozioni taciute che là fuori, nel mondo, siamo soliti chiamare malattie dell'anima.... S.C.