All'inizio veniamo colpiti da quella persona: la desideriamo, la
immaginiamo, fantastichiamo una vita insieme; poi la conosciamo,
inizia una relazione e un rapporto duraturo.
Da quel momento non abbiamo più bisogno di immaginare e
fantasticare quella persona in quanto la stiamo vivendo: è il prezzo
da pagare per averla conosciuta. Il conoscerla infatti ci ha permesso
sì di costruire un solido rapporto ma parallelamente ci ha anche
tolto la fantasia e l'immaginazione: in fondo perché dovremmo
continuare a fantasticare una persona se possiamo viverla?
Il bisogno di immaginare e
desiderare a quel punto, non potendo rivolgersi al partner in quanto
già conosciuto, non può far altro che dirigersi su altre persone.
La psiche cioè ha bisogno di continuare a “desiderare” ed
è proprio su quest'equilibrio tra il vivere un amore e il
fantasticarne un altro che può nascere una relazione autentica.
Fantasticare un'altra persona non significa affatto che non si
ami più il proprio partner o che si debba tradire, anzi: il
desiderio non chiede di essere messo in pratica ma solo di potersi
manifestare! Senza quel desiderio infatti non si potrebbe
reggere neanche l'amore col partner - in quanto non vi può essere
amore senza desiderio - al di là del fatto che quel
desiderio sia, inevitabilmente, diretto su altre persone.
Ecco perché per amare una persona ne servono due: una da amare
e un'altra da continuare a desiderare per
mantenere quell'amore. S.C.